Scroll to top
Yacht Design

Fase 7 – Prima Carrozzeria

LAVORAZIONI DI POST ESTRAZIONE

Concluse le lavorazioni di vetroresina, infusi i particolari e pulite le stampate dai materiali di consumo utilizzati, si procede con la sformatura dei manufatti. Gli stampi sono realizzati con delle scomposizioni (flange imbullonate) per permettere l’uscita della stampata nel caso in cui siano presenti delle geometrie che ne impedirebbero l’estrazione (superfici in sottosquadro).

Il manufatto si presenta con le superfici lucide come la superficie dello stampo nel quale è stato realizzato; se lo stampo è in buone condizioni e ben lucidato, la stampata potrebbe essere carrozzata e ripresa solo nelle giunzioni degli stampi.

Può capitare che durante le lavorazioni di vetroresina, ed in particolare durante il processo d’infusione, il riscaldamento della resina dovuto alla catalisi provochi delle tirature. Queste sono dei segni/marcature che si possono notare sulle superfici lucide del manufatto nelle zone di accumulo di resia che tipicamente si presentano in corrispondenza di spigoli vivi (strutture interne, discontinuità nel core, paratie, etc…).

La prima lavorazione che si esegue a seguito della sformatura viene definita discatura, ovvero il taglio/rifilo di tutte le superfici che vengono lavorate nello stampo ma che non servono nella vita finale del manufatto. Degli esempi nel settore nautico possono essere tutte le finestrature e gli oblò che a stampo sono chiusi ma nella stampata vengono ovviamente aperte per preparare le fasi di assemblaggio. Contestualmente, nel caso in cui sia previsto e necessario, si preparano dei bassofondi grattando la resina per accogliere la fascettatura esterna del componente.

Tale fascettatura si esegue in vetroresina quando il manufatto viene realizzato in più stampi e poi assemblato in un secondo momento. Basti immaginare un oggetto che abbia funzioni estetiche in tutte le sue parti come ad esempio una porta; questa verrà stampata in due stampi e assemblata per formare l’oggetto finito. Sul perimetro esterno dell’assemblaggio verrà eseguita la fascettatura.

PRIMA CARROZZERIA

La finitura superficiale dei manufatti in vetroresina, è generalmente richiesta lucida e avviata, senza movimenti superficiali.

Per raggiungere tale obiettivo, si devono eseguire una serie di passaggi di carte per eliminare i difetti e tutte le imperfezioni derivanti dai processi precedenti.

Il primo controllo eseguito è la ricerca delle bolle d’aria che possono formarsi all’interno dello skincoat o tra lo skincoat e gli strati successivi di materiale. 

Tali difettosità nascono a causa di una non sufficiente attenzione durante la laminazione dei primi Mat manuali o se non vengono schiacciati i materiali strutturali a sufficienza per farli aderire allo stampo. Le bolle d’aria se non rimosse portano alla formazione di difetti estetici o crepe nel lungo periodo perché tendono a gonfiarsi se scaldate per esposizione al sole.

La riparazione consiste nell’aprire le bolle e opacizzare la superficie sottostante, nel caso in cui siano piccole vengono riempite di stucco resina fibrato, al contrario se sono estese e profonde si dovrà intervenire laminando con dei tessuti fino ad aver riempito il difetto.

Si procede poi col ciclo di carrozzeria vero e proprio, carteggiando le superfici con carte a grana sempre più fine per eliminare le righe e le chiocciole lasciate da quella precedente. Si può eseguire a mano steccando con dei tamponi o si possono utilizzare gli orbitali nelle loro varie forme. La seconda metodologia è più utilizzata in quanto più semplice, meno faticosa, ma porta ad un risultato mediocre se paragonato alla steccatura manuale eseguita da personale competente.

Tipicamente si parte con una carta a grana P40 nelle zone di giunzione e nelle zone riparate dove può essere presente un eccesso di stucco resina. Le carte successive sono tipicamente le seguenti:

  • P80
  • P120
  • P220
  • P400

Per riuscire a visualizzare i difetti superficiali durante la carteggiatura viene applicato un film in polvere nera o polvere (sempre nera) sospesa in soluzione alcolica (chiamata spia). Grattando la superficie con la carta rimangono visibili le zone infossate o in generale gli avvallamenti nella buccia del gelcoat. Nel momento in cui non sono più visibili, la superficie si può considerare “tirata” e si passa alla carta successiva.